Ferraris Agricola: parte del patrimonio enoturistico del Monferrato
C’è un Unesco che ha troppo da rivelare. Forse meno conosciuto (almeno per ora), a tratti più meritevole, giustamente più sostenibile. Naturale, lo definirebbe i più, bilanciato perché in equilibrio tra ciò che ha offerto Madre Natura e il lavoro dell’uomo.
È la terra del Ruchè e della Barbera, del cardo gobbo iconoclasta dell’agnolotto più raffinato, della torta di mele nera, degli amaretti, della tantrà, budino salato e del dolce bonet, così come della bagna càuda che si è fatta occasione gastronomica gettonata.
È il Monferrato: un luogo di enogastronomia composita così come di viticoltura eclettica, tanto eterogenea,
Territorio di cui, mai come oggi e con il Museo del Ruché a cui abbiamo dato i natali, vogliamo essere mecenati, nell'auspicio che la storia e la divulgazione di un vitigno, di cui Ferraris ne è l’ambasciatore, possa farsi sineddochè dell’enoturismo del Monferrato.
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